Disturbi e cambiamenti correlati alla carenza ormonale

Le conseguenze della perdita naturale della funzionalità ovarica causata dall’età sono pressochè sovrapponibili a quelle derivanti dall’asportazione chirurgica delle ovaie (ovariectomia). Tale deficit ormonale, in misura e con frequenza diversa, può provocare i seguenti disturbi:

1- vampate di calore: il 70 % circa delle donne avverte fastidiose “vampate di calore” (o caldane) che,  partendo dalla base del tronco, si diffondono al collo e al viso collegate a sudorazioni diffuse e, spesso, a palpitazioni vertigini.

2- disturbi del sonno, risvegli notturni con la sensazione di “bagno di sudore”.

3- ansia, depressione, instabilità emotiva, cefalea, facile affaticabilità, perdita di concentrazione, psicolabilità e conflittualità con l’ambiente sociale e familiare sono i primi segni di una difficoltà ad abituarsi ad un nuovo ruolo, specialmente nella cultura occidentale, dove per secoli la sesssualità è stata identificata con la fertilità.

Durante le nostre ricerche abbiamo osservato che il significato psicologico del sintomo ansia in climaterio può essere letto attraverso varie chiavi interpretative una delle quali è la preoccupazione per l’aspetto estetico. La nostra società, infatti, richiede in continuazione che la donna sia dinamica e “giovane” nell’aspetto e nella mente. L’essere umano col passare degli anni diventa meno flessibile risultando difficile adeguarsi a situazioni nuove; nasce perciò nella donna il timore di perdere il proprio ruolo nella società e nella famiglia.

A questi disturbi, presenti in ogni donna in modo diverso a seconda dello stato d’animo con cui si affronta la menopausa, si possono aggiungere altri disturbi come vampate di calore (dovute alle modificazioni neuroormonali) e variazioni delle condizioni ambientali e comunicative che possono provocare oppure peggiorare una condizione di ansia già preesistente fino ad una vera e propria depressione.

Per curare questi disturbi è importante utilizzare una terapia che agisca selettivamente sull’ansia generalizzata e sulle sue manifestazioni psichiche (tensione, insonnia, umore depresso) e somatiche (disturbi gastrointestinali, genito urinari, cardiocircolatori). Tale terapia per essere utilizzata in menopausa non deve provocare nè abitudine nè dipendenza, non deve interagire con altri farmaci, non deve danneggiare la memoria soprattutto nelle donne più anziane, deve invece rispettare la vigilanza

della paziente e deve essere priva di effetti collaterali.

4- atrofia degli organi genitali con disturbi quali secchezza e prurito vaginale, dolore durante il rapporto sessuale, irritazione locale con possibile rottura di vasellini superficiali con conseguenti piccole perdite ematiche.

5- infiammazione pelvica: per modificazioni dell’ambiente vaginale.

6- atrofia dell’uretra e del collo vescicale causa a sua volta di disturbi urinari: la minzione diventa urgente e frequente (pollachiuria) anche di notte (nicturia) ed è talvolta dolorosa (disuria). Spesso si ha perdita involontaria di urina (incontinenza) in seguito a sforzi, starnuti e risate oppure incapacità di trattenerla se la vescica è piena.

7- astenia: è presente nel 49% delle donne in menopausa e può essere accompagnata o meno dalla ipotonia ingravescente.

8- riduzione e perdita di consistenza del tessuto mammario.

9- riduzione dell’elasticità della cute, in particolare del viso e del collo.

10- dolori articolari e muscolari.

Intervengono anche cambiamenti non percepibili al momento e quindi asintomatici, ma che possono successivamente provocare importanti o anche gravi conseguenze:

a) modificazioni dei lipidi nel sangue (aumento di colesterolo) che possono portare ad un quadro di aterosclerosi con rischio di infarto del miocardio;

b) il 25% della popolazione femminile dopo 10 anni dalla menopausa va incontro ad “un quadro di “osteoporosi”.